Passato e Presente uniti sotto lo Stesso Tetto
Il Museo Marino Marini, situato all'interno della ex-chiesa di San Pancrazio, è qualcosa di totalmente diverso dagli altri, un luogo dove l'arte classica ben si sposa con quella contemporanea convivendo sotto lo stesso tetto. Gli architetti responsabili di mettere in mostra le opere contemporanee di Marino Marini scelsero l'antica struttura della Chiesa di San Pancrazio, la quale - secondo loro - si sposava alla perfezione con i concetti di spazio e luce che, nell'insieme, avrebbero dovuto creare quel piacere sensoriale che completa in modo eccelso la diversità che si ritrova all'interno delle pareti in pietra dell'edificio.
Non solo le opere d'arte, ma anche l'architettura
L'insolito mix di stili presente all'interno del museo riuscirà a soddisfare sia quelli con un'inclinazione per la sola arte antica, sia quelli che preferiscono, invece, la sola arte contemporanea. Il Museo Marino Marini è, senza dubbio, un'esperienza tutta da provare, cominciando dallo spazio dedicato alle opere d'arte. Il museo è disposto su 4 livelli, ognuno dei quali offre una prospettiva individuale interessante, ma soprattutto necessaria per poter apprezzare appieno le - talvolta - imponenti opere in bronzo e gesso. Ogni livello offre un nuovo punto di vista, un'opportunità diversa dalle precedenti di estrapolare l'immagine, i contorni ed il ricorrente tema "dell'eroe moderno su un cavallo" (Cavallo e Cavaliere, una sorta di costante che si ritrova nelle opere e nel pensiero dell'artista) dalla totalità dell'opera vista nel suo insieme.
Il design interno moderno ed innovativo non solo offre un suggestivo palcoscenico per le opere d'arte di questo artista contemporaneo, ma riesce anche ad esporre ed a mettere in luce l'architettura originale della chiesa. Dalle svettanti altezze del soffitto alla curiosa ristrutturazione della cripta, una visita al museo vi permetterà di apprezzare due epoche, non indipendenti l'una dall'altra ma comunque in armonioso contrasto, dell'arte: passato e presente.
Un posto del tutto speciale in centro a Firenze
Nascosto in un piccolo angolo tra Santa Maria Novella e Palazzo Strozzi, si tratta di un luogo che avreste sicuramente oltrepassato senza fermarvi se nessuno ve lo avesse fatto notare. Le origini della chiesa sembrano risalire all'epoca di Carlomagno e, durante il corso della storia, l'edificio sembra essere stato oggetto dell'interesse di alcuni tra i più grandi artisti, come Leon Battista Alberti e Neri di Bicci. E' storia recente, invece, dopo la sua sconsacrazione, il fatto che abbia ospitato attività come la lotteria cittadina, un tribunale e persino un'industria di tabacco, prima che fosse scelta per esporre alcune delle opere più importanti di Marino Marini.
Metà e Metà
Sebbene l'edificio sia stato classificato come museo, all'interno delle mura della ex-chiesa si trova anche il Tempietto del San Sepolcro, conosciuto anche come Sepolcro Rucellai. Questo angolo di San Pancrazio, sebbene situato all'interno del museo, appartiene ancora alla Curia di Firenze ed è considerato un luogo sacro dedicato alla preghiera, rendendo la ex-chiesa "mezza museo e mezza chiesa", appunto. Il sepolcro è accessibile soltanto dal museo ed è aperto al pubblico durante gli orari del museo, sebbene sia necessario acquistare un biglietto separato per visitarlo.
E' interessante vedere come questi due artisti (marino Marini e Leon Battista Alberti) riescano a stare fianco a fianco complementandosi a vicenda, seppur con centinaia di anni di differenza. Lo stile ed i temi affrontati da Marino Marini (1901-1980) si ispirano alla civiltà etrusca; le forme vengono usate con un'interpretazione del tutto personale per poter comunicare con il pubblico. Leon Battista Alberti (1401-1472) si serve, invece, degli artisti e degli architetti che hanno vissuto e lavorato prima di lui per dare nuova vita e dimensione ai precisi calcoli matematici necessari per creare i suoi monumenti e le sue facciate, una sorta di tributo a coloro che sono venuti prima di lui.
Separati da 500 anni
Marino Marini, nato a Pistoia - dove troverete un altro museo con altre sue opere esposte - trascorse molto tempo in giro per l'Europa prima di tornare in Italia, dove ha vissuto i suoi ultimi anni (a Milano, per la precisione). Diversi furono i temi da lui affrontati, da quello equestre, ai nudi (le Pomone) ed ai ritratti, tutti esposti all'interno del museo.
L'altro artista è Leon Battista Alberti con il suo capolavoro, il Sepolcro Rucellai, un piccolo monumento funebre. All'interno del museo vi è uno splendido documentario in due lingue che mette in risalto i dettagli del monumento parlando dei suoi concetti rivoluzionari (un pò come per le opere di Marini) per il periodo in cui fu realizzato.