Il Museo Innocenti riapre le sue porte
Dopo tre anni di lavori, il Museo degli Innocenti ha riaperto le sue porte al pubblico il 24 giugno 2016. Ospitato all’interno del famoso complesso dell'Istituto degli Innocenti, permetterà nuovamente ai visitatori di ammirare i suoi sei secoli di storia, la sua magnifica imponenza architettonica realizzata dal Brunelleschi e le opere d’arte custodite al suo interno, tra cui alcuni capolavori di Botticelli e Ghirlandaio.
L’Istituto nacque nel XIV° secolo e rappresenta l’istituzione pubblica più vecchia d’Italia; sin dal momento della sua creazione, è stato destinato esclusivamente all’ospitalità dei bambini, alla loro educazione ed alla protezione dei loro diritti. Nato come “ospedale degli innocenti”, donato come opera di carità dalla Compagnia della Seta che scelse Filippo Brunelleschi come architetto, l’istituto ha attraversato vari cambiamenti nel corso dei secoli, ma ciò nonostante è sempre stato focalizzato sull'offrire aiuto ai bambini bisognosi. Conosciuto anche come orfanotrofio dove i piccoli potevano essere lasciati in forma anonima, l’istituto oggi offre ancora servizi ai bambini, alle madri incinte in situazioni difficili, così come a quelle con bambini piccoli, e promuove iniziative per la protezione dei loro diritti; al suo interno, è ospitato, infatti, anche un centro di ricerca UNICEF.
In particolare, al museo erano destinate alcune sale all’ultimo piano, dove erano solite essere preservate quelle importanti opere d’arte donate all’istituto nel corso dei secoli della sua esistenza. Io ci sono stata qualche anno fa e, a parte l’illuminazione troppo bassa e le opere d’arte protette, il museo era praticamente vuoto, come una perla nascosta nel cuore di Firenze di cui nessuno - o molto pochi - ne è a conoscenza. Lo consiglio vivamente a chi ha un pò di tempo da dedicare alla scoperta delle meraviglie artistiche di questa città ed ora che ha riaperto, spero che entri ben presto a far parte degli itinerari turistici più gettonati, perchè è un piccolo tesoro che deve essere condiviso.
Il nuovo museo
STORIA
Il nuovo museo adesso si sviluppa sull’intero complesso ed è suddiviso in 3 itinerari o sezioni: dove è ubicata l’entrata, nel piano interrato, viene presentata la storia dell’Istituto, il piano terra mette in risalto il percorso evolutivo architettonico del complesso nel corso dei secoli, in modo che se ne possa comprendere l’aspetto e le scelte stilistico-architettoniche attuali, dal cortile del Brunelleschi alla Loggia frontale, mentre il primo piano è dedicato alla Galleria d’arte che ospita gli ottanta capolavori del museo.
La prima parte del percorso storico si focalizza sulla storia della pubblica assistenza in Italia. Si comincia con una presentazione multimediale che ti consiglio vivamente di vedere, comodamente seduto: l’eccezionale natura dell’istituto deve essere compresa a fondo nell’ambito del suo contesto originale, ovvero quello del XIV° secolo in cui è sorto, quando, per la prima volta in assoluto, veniva offerta assistenza ai bambini abbandonati. Un tempo, fuori nella Loggia, si trovava una carrozzina dove si potevano lasciare i bambini senza che venissero fatte alcune domande.
La storia dell’Istituto può essere percorsa anche attraverso le sue opere d’arte, che arrivano fino al 1875, anno in cui terminò l’abbandono anonimo di bambini: le storie dei bambini, chiamati “innocenti” o anche “nocentini” e delle loro vite quotidiane, della cura che si prendevano di loro e del loro affidamento a balie esterne, sono conservate all’interno dell’archivio storico, che tiene traccia di tutti quei piccoli innocenti, appunto, che hanno attraversato la porta dell’istituto, una parte del quale è persino messa in mostra nei piccoli cassetti che puoi vedere di seguito.
Questi “segni di riconoscimento” venivano apposti sui bambini abbandonati dai loro genitori, che spesso si separavano dai loro figli contro la loro stessa volontà, quando le difficili situazioni in cui vivevano diventavano insopportabili ed impossibili da superare. Per poterli riconoscere in futuro, lasciavano ai bambini un portafortuna diviso in due: una metà al piccolo, l’altra ai genitori, con la speranza che un giorno potessero incontrarsi di nuovo e riassemblare quel ricordo.
Oggetti del genere sono alquanto strazianti: se si è genitori, si capisce quanto possono essere arrivati a soffrire in passato nel decidere di abbandonare il proprio bambino pur di non farlo soffrire o morire di stenti.
Il completamento dell’ultima parte della sezione storica - dedicata all’ultimo secolo - era previsto per novembre 2016, per cui ad oggi anche quest'ala risulta essere completa.
ARCHITETTURA
La Loggia, all’esterno del Complesso, ed i Chiostri degli Uomini e delle Donne sono il fulcro dell’Istituto: un tempo queste aree erano parte della vita quotidiana dei bambini che vivevano qui, mentre oggi sono riconosciute come meraviglie architettoniche rinascimentali.
La lunga storia dell’Istituto ha inizio nel 1419, quando Filippo Brunelleschi (il solito architetto che si guadagnò fama internazionale per la realizzazione della cupola del famoso Duomo situato nelle vicinanze) fu incaricato di costruire l’ospedale. La nuova, semplice ed austera architettura che il Brunelleschi scelse per questa impresa è divenuta il simbolo dell’architettura rinascimentale fiorentina: l’edificio è caratterizzato da colonne ed archi che ricordano lo stile classico, che prevedeva l'applicazione ed il rigoroso rispetto delle proporzioni matematiche. Il cuore dell’Istituto era il Cortile degli Uomini, quello principale che si affaccia su Piazza SS Annunziata. Nel 1590, fu terminata la costruzione di un porticato, creando la famosa Loggia lungo l’intera facciata dell’edificio: questa fu una delle novità più grandi ed importanti apportate dal Brunelleschi, tanto che ispirò ed influenzò l'aspetto che l’intera piazza assunse con il passare del tempo, dato che le logge dalla parte opposta della strada e di fronte alla chiesa furono aggiunte nel 1500 e nel 1600. Nel 1489, furono aggiunti anche gli ormai famosi bambini fasciati di Andrea della Robbia sopra le colonne.
All’ultimo piano, la Terrazza Verone veniva, un tempo, usata dall’Istituto inizialmente per asciugare i vestiti appena lavati e poi come luogo dove ritrovarsi per coloro che vi lavoravano e per socializzare con i bambini. Oggi, la terrazza ospita una caffetteria dove chiunque - e non solo i visitatori del museo - può andare per prendere un caffè e godere del panorama su Firenze dall’alto.
ARTE
La galleria d’arte del museo comincia al secondo piano, in quegli spazi che un tempo ospitavano i bambini con le loro balie e che oggi sono dedicati alle sezione più importante del patrimonio artistico del museo. Qui, si nota il cambiamento dovuto alla ristrutturazione del museo: ampi spazi ed un'illuminazione migliore, con l’entrata posta ad una delle estremità e non nel mezzo, che sembra mostrare la direzione della sala da seguire. Qui sono preservati alcuni capolavori di artisti come Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Piero di Cosimo, Neri di Bicci, Lucca della Robbia e Giovanni del Biondo.
Salendo la grande scalinata del 1800, arriverai al piano superiore del museo, dove troverai la grande statua marmorea di San Giovanni Battista, originariamente ubicata in uno dei tabernacoli di Orsanmichele. Questa figura monumentale è stata attribuita a Simone Talenti, architetto e scultore della metà del XIV°secolo, a cui fu commissionata dalla Compagnia della Seta. La scultura è ammirevole per la complicata acconciatura realizzata e per le espressioni facciali del santo patrono della Compagnia.
La Madonna con Bambino e Angelo di Sandro Botticelli si trova a metà strada della galleria ed è uno dei capolavori più importanti custoditi all'interno del museo, chiaramente ispirata all’opera del maestro di Botticelli, Filippo Lippi - Madonna con Bambino, ubicata agli Uffizi.
L’Adorazione dei Magi di Domenico Ghirlandaio, David Ghirlandaio e Bartolomeo di Giovanni che si trova alla fine della sala è uno dei capolavori più impressionanti dell’intero museo: i colori e la ricchezza dei dettagli rendono difficile immaginare che si tratti di un dipinto vecchio oltre 500 anni; ubicato nell’ultima sala alla fine della galleria insieme ai lavori di Piero di Cosimo e Neri di Bicci, è considerato da molti l'opera più prestigiosa di tutto il Museo degli Innocenti.
Ciò non significa, comunque, che gli altri capolavori siano da ignorare: cogliendo l’occasione dei lavori di ristrutturazione che hanno dato vita al nuovo museo, infatti, molte delle opere sono state sottoposte a restauro - grazie all'iniziativa promossa dall’Istituto “Adotta un’opera d’arte” - così come molti degli elementi architettonici. Alcune opere non erano addirittura nemmeno in mostra, tra cui un bellissimo crocifisso ligneo di uno scultore fiorentino e la scultura in marmo rappresentante San Giovanni Battista ai piedi della scala che conduce al piano superiore.
Nell’ambito dei lavori di ristrutturazione, i bambini fasciati del Della Robbia sono stati tolti dalla loro ubicazione in facciata e portati all’Opificio delle Pietre Dure, dove sono stati restaurati. Soltanto nell’autunno del 2016 sono stati riposizionati al loro posto perchè, fino a quel momento, erano stati sistemati in una sala della galleria d’arte, affinché tutti i visitatori potessero ammirarli da vicino prima che tornassero a vigilare sul loggiato e sulla Piazza SS. Annunziata dall’alto della loro posizione...un’opportunità unica regalata dall’Istituto a coloro che sono riusciti a visitare il museo entro quella data!