Dal 23 novembre ed entro l’estate 2020, la scultura è sottoposta a un restauro
I visitatori del Museo dell’Opera del Duomo da questa settimana riceveranno una sorpresa quando arrivano in una delle sale più famose del museo: la Pietà di Michelangelo è in restauro! La meravigliosa notizia è che la Pietà Bandini, come è nota la scultura, non è stata trasportata via per essere ripulita e restaurata in un laboratorio da qualche parte, i lavori vengono eseguiti sul posto direttamente nel museo. Una piattaforma speciale è stata costruita attorno alla scultura per consentire ai visitatori di vedere tutte le fasi del restauro, con delle telecamere che mostrano su dei schermi vicini cosa sta succedendo.
Molte delle opere dell’Opera del Duomo sono state oggetto di una vasta campagna di restauro realizzata in occasione dell’apertura al pubblico alla fine del 2015, mentre la Pietà è rimasta ancora da restaurare. I lavori sono iniziati la scorsa settimana il 23 novembre e dovrebbero essere completati entro l’estate prossima. I visitatori del museo potranno vedere tutte le fasi del restauro, grazie alla speciale area “aperta” che è stata creata attorno alla scultura di Michelangelo.
Il restauro, commissionato dall’Opera di Santa Maria del Fiore e finanziata dalla Fondazione Friends of Florence, sarà effettuata dal restauratrice professioniale Paolo Rosa e dal suo equipe di professionisti. La scultura, scolpita in marmo bianco di Carrara in Toscana, fu creata tra il 1547 e il 1555 a Roma quando Michelangelo era sulla dei suoi 80 anni. È una di tre Pietà create da Michelangelo nella sua vita, e piuttosto unica: il corpo del Cristo è sorretto non solo da Maria come nelle altre due ma anche da Maddalena e dall’anziano Nicodemo. Ancora più unico, Michelangelo decise di dare il proprio volto a Nicodemo. Ciò è confermato dai suoi biografi, Giorgio Vasari e Ascanio Condivi. Sappiamo anche che la scultura era destinata ad un altare di una chiesa romana, ai cui piedi Michelangelo avrebbe voluto essere sepolto. La Pietà è considerata un altro dei capolavori di “opera non finita” di Michelangelo, proprio come I Prigionieri della Galleria dell’Accademia.
Il restauro sarà molto rispettoso della visione oramai consolidata di una superficie visibilmente “ambrata” della scultura e rispettose delle patina che si sono formate nel corso dei secoli che naturalmente hanno invecchiato e trasmformato il colore originale del marmo. La fase iniziale del restauro sarà una campagna diagnostica con lo scopo di rendere migliore la lettura dell’opera di Michelangelo che risulta peggiorata dai depositi e altre sostanze sulle superficie. In oltre 470 anni di “vita”, la statua ha subito pochissimi restauri. Il più importante fu in realtà fatto solo pochi anni dopo la sua creazione, poiché Michelangelo non solo non finì il lavoro, ma cercò di distruggerlo in un momento di sconforto. L’opera è da lui donata al suo servitore domestico il quale la ha fatto restaurare per poi venderla. Dopo oltre cento anni a Roma, prima in una villa e poi in un palazzo a Montecitorio, fu venduta a Cosimo III, Granduca di Toscana, nel 1671. Ci vogliono alcuni anni per capire come trasportala a Firenze e, una volta qui, fu ospitata per oltre 40 anni nei sotterranei della Basilica di San Lorenzo. Nel 1722, trova un posto d’onore nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, proprio DIETRO all’altare maggiore. Rimarrà nel Duomo anche durante la seconda guerra mondiale, quando furono creati dei rifugi speciali per proteggere le opere all’interno del Duomo. Dopo la guerra, la sua posizione nella cappella di Sant’Andrea era più visibile e lì rimase fino al 1981, quando finalmente trova la sua sede all’interno del museo dell’Opera del Duomo.
Quando arrivai per la prima volta a Firenze, era in un’alcova tra due piani al museo … quasi da non rendersi conto che era lì! Sono stato molto felice di vedere la Pietà nella sua posizione attuale nel museo riaperto nel 2015 e di avere la possibilità di ammirarlo da vicino. Non vedo l’ora di vederlo “ripulito”!
Il museo è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:30, chiuso il primo martedì di ogni mese.
L’ingresso è con l’OPA Pass che costa € 18 ed è valido per 3 giorni. Maggiori informazioni sul museo dell’Opera del Duomo qui.
Tutte le foto usate con permesso dal Museo dell’Opera del Duomo. La foto in cima alla pagina mostra le differenze cromatiche tra le superfici lucide e sfilacciate e la presenza di vecchi intonaci usate in varie aggiunte in passato (foto di Alena Fialová).