Antony Gormley – “Essere” – alla Galleria degli Uffizi
Dove: Galleria degli Uffizi, piano terra Aula Magliabechiana e 3 locations al piano superiore del museo.
Quando: 26 febbraio – 26 maggio 2019, aperture: martedì – domenica dalle 8:15 alle 18:50, chiuso il lunedì.
Ingresso: €20 biglietto intero, €2 biglietto ridotto per tutti i cittadini dell’EU dai 18 ai 25 anni, gratuito fino ai 18 anni e per i visitatori disabili.
La nuova mostra dedicata ad Antony Gormley, artista inglese contemporaneo, organizzata presso la Galleria degli Uffizi, ha aperto le porte al pubblico lo scorso 26 febbraio ed io sono riuscita ad andare a vedere le spettacolari opere che ha portato a Firenze quest’anno. Nel 2015 la città ha ospitato un’altra sua esposizione presso il Forte Belvedere, per cui si può dire che Gormley non sia proprio un “neofita” di Firenze (sei riuscito ad ammirare le sue opere in quell’occasione?), ma uno dei capolavori più importanti della mostra, Passage, è senza dubbio l’opera più grande mai esposta al Museo degli Uffizi.
Oltre a Passage, la mostra espone una selezione di sculture realizzate in vari materiali e di differenti misure che coprono un arco temporale di oltre 38 anni ed esplorano le tematiche del corpo nello spazio e del corpo inteso come spazio. L’Aula Magliabechiana, la nuova galleria al piano terra del museo dedicata alle esposizioni temporanee ed ubicata accanto al negozio di souvenir, ospita attualmente 12 opere; qui, la luce naturale è stata pensata per creare dei giochi di contrasto con i 12 spazi a volta esistenti e definiti da sei colonne in pietra prive di pareti interne, in modo da dare ulteriore risalto alle sculture dell’artista. Altre 3 opere sono situate all’ultimo piano (il secondo) del museo, di cui due inserite nel contesto della collezione storica ed una installata sulla terrazza/tetto della Loggia dei Lanzi, affacciata sulla bellezza senza tempo di Firenze.
Con questo post, vorrei invitarti e invogliarti ad ammirare alcune delle sue fantastiche opere, anche se non le condividerò proprio tutte perchè credo che meritino piuttosto di essere viste dal vivo, se hai l’occasione di andare agli Uffizi questa primavera. Ti consiglio vivamente di non saltarla, anche perchè la sala principale si trova alla fine del percorso di visita del museo. Pronto a cominciare il viaggio? Di seguito ti propongo alcune tra le opere principali e quelle che mi sono piaciute di più.
L’opera nella foto soprastante è Passage, un tunnel di acciaio lungo 12 metri realizzato nel 2016, chiuso da un lato e con la forma di un corpo, all’interno del quale si può camminare. E’ un’esperienza davvero interessante: davanti a te, l’oscurità completa, l’unica luce si trova, infatti, alle tue spalle. All’inizio, ti sembrerà di essere cieco, fino a quando non ti girerai…e ti accorgerai di poter camminare all’indietro, se l’oscurità è eccessiva. Accanto a Passage, sulla destra, si trova Room (la sua opera più vecchia, datata 1980), realizzata con i vestiti dell’artista tagliati a striscioline, unite a formare una singola e continua striscia che definisce una sorta di recinzione di 6×6 metri, all’interno della quale non si può entrare. La mostra si focalizza su queste due opere, un dialogo tra stasi e movimento, spazio immaginativo e spazio reale. Quale delle due ti attrae di più in questo momento?
Lo so che la maggior parte delle persone che visita gli Uffizi non è interessato alle opere d’arte contemporanee, nè tantomeno alla scultura (per la quale si deve visitare, invece, il Bargello), ma tieni presente che Firenze è sempre stata al centro dell’ispirazione e della creazione di rappresentazioni della realtà delle varie epoche attraverso un processo altamente, da un punto di vista artistico, creativo. In particolare, le 3 opere ubicate all’ultimo piano del Museo degli Uffizi – due inserite all’interno delle collezioni permanenti ed una affacciata su Firenze dalla terrazza della Loggia dei Lanzi – invitano lo spettatore a considerare l’interazione del presente – considerato a livello mondiale – con il passato di Firenze.
Essere stimola la partecipazione attiva degli spettatori come connettori tra oggetti definiti e spazio aperto in cui massa e vuoto, luce ed oscurità, rigidità e leggerezza coinvolgono la presenza dello spettatore nello spazio.
Chi è Antony Gormley?
Antony Gormley, nato a Londra nel 1950, è divenuto molto famoso grazie alle sue sculture, alle sue installazioni ed opere d’arte pubbliche che analizzano la relazione del corpo umano con lo spazio. Nel corso della sua carriera artistica, Gormley ha sviluppato il potenziale a cui ha dato vita con le sue sculture negli anni 60, attraverso un coinvolgimento critico sia del suo proprio corpo che di quello degli altri, in un modo che tende a porre a confronto le fatidiche domande fondamentali dell’essere, tipo la relazione dell’uomo con la natura e la sua dimensione all’interno del cosmo. Gormley prova continuamente ad identificare lo spazio dell’arte come un luogo in “divenire”, in cui nascono nuovi atteggiamenti, pensieri e stati d’animo.
Le opere di Gormely sono ampiamente conosciute sia negli UK che a livello internazionale. I suoi capolavori sono stati esposti in tutto il mondo, dalla Russia a Cambridge, Shanghai e persino al Brasile, Germania e Danimarca. Un’esposizione “solista” delle sue opere sarà presentata alla Royal Academy of Arts, a Londra, nel settembre prossimo (2019). Trale sue opere ed installazioni pubbliche permanenti, ricordiamo Angel of the North (Gateshead, Inghiliterra), Another Place (Crosby Beach, Inghilterra), Inside Australia (Lake Ballard, Australia occidentale), Exposure (Lelystad, Olanda) e Chord (MIT – Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA, USA).
Gormley ha vinto il Turner Prize nel 1994, il South Bank Prize per le Arti Visive nel 1999, il Bernhard Heiliger Award per la Scultura nel 2007, l’Obayashi Prize nel 2012 ed il Honours list nel 2014, oltre ad essere stato insignito del titolo di Reale Accademico nel 2003.
Se vuoi vedere altre opere di Gormley, visita la pagina ufficiale dove sono state pubblicate molte altre foto dei suoi capolavori.
Ed ora, torniamo ad Essere degli Uffizi….
Sia la scultura in acciaio Feeling Material, che quella realizzata con i vari pezzi in argilla, assemblati insieme a rappresentare un corpo – Pile – fotografata di sopra, mi sembrava che mi parlassero. In passato, il mio lato creativo si è cimentato in opere di ceramica e metallo, dando vita a realizzazioni abbastanza simili a queste, tutte in metallo ma con le concezione di entrambi i materiali. Con i vari spostamenti e traslochi della mia vita, non sono sicura di dove siano andate a finire esattamente queste mie piccole sculture o cosa sia capitato loro, ma io me le ricordo assai bene. Gli elementi del corpo fluttuavano nell’aria, ma al tempo stesso erano anche ben delimitati, circoscritti e ben fondati: queste due opere di Gormely mi ricordano i due aspetti che compongono ogni essere umano, quello che io avevo voluto rappresentare con le mie opere d’arte.
Insider II della foto soprastante è, in certo senso, il nucleo del nostro corpo o, in altre parole, ciò che rimane del nostro corpo se si toglie il 60% della massa. E’ alquanto inquietante…potrebbe essere, secondo te, la rappresentazione della nostra anima prima che voli via per sempre?
Di seguito ho pubblicato delle foto di alcune delle altre opere d’arte in mostra, spero che condividerle ti abbia fatto venire la voglia e la curiosità di ammirare più da vicino queste meraviglie, occasione che ti consiglio di non farti scappare se capiti a Firenze e visiti la Galleria degli Uffizi entro la fine di maggio.
Non ho condiviso di proposito la terza opera presente all’interno degli Uffizi, così che tu possa andare e vederla di persona: è simile a Event Horizon – un uomo che si guarda Ponte Vecchio – a confronto con quella soprastante, in cui il personaggio rappresentato controlla dall’alto Piazza della Signoria ed il Duomo da distanza. Spero che anche tu riesca a visitare i capolavori di questo splendido artista in una bella giornata di sole come è capitata a me 😉
Condividi anche te le tue impressioni su queste opere in stile contemporaneo, unite e fuse con le esposizioni permanenti degli Uffizi – ti piace questo connubio?